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Gennaio 2012 - Il mio viaggio in Togo di Cristiana Gasparella

6 gennaio

Ci siamo, grande fermento, la partenza è vicina. Le valigie sono praticamente pronte, da sistemare solo un po’ di peso/volume ma è quasi tutto ok. Approfitto di un attimo di tranquillità dopo una settimana molto intensa per fare un po’ di ordine nei miei pensieri…sono agitata, emozionata, felice! Voglio lasciare a casa tutto ciò di cui mi curo ogni giorno e pensare solamente all’esperienza che sto per vivere. So che qui tutti ce la faranno senza di me. Forte di questa certezza parto serena! Fino a questo momento non ho pensato alla fatica, a cosa troverò a chi incontrerò, ma solo alla voglia di farla questa esperienza, ovunque essa mi porti e qualsiasi emozione mi regali.

11 gennaio

Sveglia ore 03.00, non ce la faccio più a dormire, sono troppe l’agitazione, l’emozione la voglia di partire. Ore 06.00 ritrovo in aeroporto, pesiamo le valigie (chi è sotto i 24 kg. viene caricato di caramelle). Check-in tutto ok, i pesi sono un po’ fuori ma il ragazzo che si occupa delle nostre valigie non fa una piega, ci fa passare tutto. Saluti baci ai nostri familiari e amici, imbarco…si parte!!! Il clima è disteso, i miei compagni di viaggio simpatici e carini. Buon viaggio, buona avventura…cercherò di godermela fino in fondo.

Alle 19.30 ora locale (meno un’ora rispetto all’Italia) atterriamo a Lomé. Dopo il disbrigo delle formalità doganali incontriamo Suor Rita che ci aspetta fuori dall’aeroporto: c’è caldissimo ma soprattutto molto umido…che strano arrivare in Africa e sentire parlare il dialetto veronese! La prima sensazione percorrendo la strada dall’aeroporto alla comunità delle suore è di estrema povertà, per quanto si possa immaginare la realtà è ben diversa! Le suore ci hanno preparato una cena veloce ma buona, sono tutte estremamente gentili e sorridenti. Siamo stanchi e verso le 22.00 andiamo a dormire. Le nostre stanze sono carine, pulite, c’è tutto. Dopo una doccia provo a dormire ma faccio un po’ fatica a prendere sonno… Grazie per questa avventura!!!

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12 gennaio

Sveglia alle 5.30 con le lodi delle suore. Meraviglioso, magari ci si potesse svegliare sempre con il canto al posto dei soliti musi lunghi. Ci aspetta una grande giornata! Viaggio da Lomé a Tchébébe, casa di Suor Rita, dalle 7.30 alle 13.00. Durante il viaggio ci fermiamo più volte per l’acquisto del pane, degli ananas, dei mango, delle banane. Il viaggio è un po’ stancante, in 5 in auto con il caldo e la strada che non è esattamente come quella che siamo abituati a percorrere, arriviamo per pranzo. Dopo aver mangiato insieme alle suore apriamo le valigie ed iniziamo ad organizzare un po’ il materiale che abbiamo portato, soprattutto le medicine. Aiutiamo la suora a capire le istruzioni in italiano, dividiamo i medicinali in base al loro uso e alla loro destinazione: dispensario di Tchébébe, ospedale, centro medico di Kpatchilé. Decidiamo nel pomeriggio di fare una passeggiata intorno nei villaggi vicini.

Veniamo immediatamente circondati da una moltitudine di bambini che per una caramella o un palloncino ci saltano addosso. Noto però subito che sono tutti molto altruisti: quando viene data loro una caramella la seconda la condividono con il fratello con l’amico…ci sono anche i furbetti, quelli che di caramelle riescono a prenderne più di una: hanno imparato dall’uomo bianco a chiedere “cadeaux”. Nonostante la loro grande povertà sono tutti molto tranquilli e sorridenti. La popolazione togolese è bella, le ragazze in particolare, sono bellissime.

Io sono quasi senza parole e i miei sentimenti sono contrastanti: non so se dispiacermi per la miseria che vedo intorno, per la sporcizia oppure se essere felice per la loro serenità. Tutti questi bambini a partire dai più piccoli aggrappati alle spalle di sorelle o di madri troppo giovani per loro fanno battere forte il cuore, emozionano per il loro sorriso, per la gioia che dimostrano nel vedersi dentro lo schermo della macchina fotografica…impagabile! Buona notte..mille pensieri accompagneranno i miei sogni.

 


13 gennaio

Sveglia alle 06.00, colazione e partenza per Kpatchilé. Anche oggi più di sei ore di strada…e che strada! Terra rossa, buche. Arriviamo in un punto che si trova letteralmente “fuori dal mondo”. Qui è’ stato costruito un centro medico: ogni giorno lo raggiungono persone dai villaggi più o meno vicini (anche ore di strada a piedi per arrivare) per farsi curare. Ci accolgono le suore, sempre molto premurose e gentili nei nostri riguardi, e una schiera di bambini ai quali regaliamo vestiti e caramelle. Impazziscono, sbucano da ogni parte…in pochi minuti siamo circondati! Il “tam tam” supera di gran lunga per velocità e riscontro quello di Facebook… Ho un magone dentro che non so descrivere, sono davvero in mezzo al niente, vivono in capanne nude e sporche, loro stessi sono luridi!

Le nostre magliette durano indossate 5 minuti, tempo per qualche foto e poi le portano a casa…speriamo non se le vendano! Nicola, Michele e Marcello giocano con loro con le caramelle e i palloncini…impazziscono! Ho la terra rossa ovunque non vedo l’ora di fare una doccia ma sono felice di aver visto con i miei occhi questo pezzo di mondo, questo pezzo di Africa. Li porterei tutti a casa con me se potessi, poi penso che forse, anzi sicuramente, loro qui stanno bene. Non hanno niente, davvero, ma sorridono sempre, giocano insieme. La socializzazione e i rapporti umani sono per loro fondamentali, indispensabili. Qui non serve tenere il muso, qui non serve correre e stressarsi, qui si vive con niente, ma insieme e con il sorriso. Domani ci sarà l’inaugurazione da parte del vescovo di Kara, giornata attesa e particolarmente sentita dalle suore che hanno corso tutto il giorno perché tutto sia perfetto. A domani! Buona notte.

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14 gennaio

Oggi è il grande giorno atteso da tutta la comunità con grande fermento. Alle 8.30 inizia la celebrazione (dalla notte le donne sono ai fornelli e ai fuochi per preparare il pranzo per la festa…degli uomini nemmeno l’ombra!!!) una messa molto particolare che dura circa 2 ore e mezza all’interno della quale canti, balli, danze allietano l’atmosfera, si respira davvero aria di festa, voglia di stare insieme, di condividere, di gioia. Le foto che scattiamo non danno nemmeno lontanamente l’idea di ciò che stiamo vivendo (e pensare che se da noi un bambino fa un po’ di rumore in Chiesa viene ripreso e la mamma viene invitata ad uscire portandosi al seguito la ragione “di tanto rumore”).

Il vescovo parla molto bene in francese, e la messa è per me comprensibile nella quasi totalità. Ringrazia quelli che hanno voluto e realizzato questo centro e la casa delle suore, invita tutti ad averne cura e a collaborare con le suore. Taglio del nastro, benedizione di ogni locale del centro medico e della casa. Nel pomeriggio grande festa, lo spiazzo di terra davanti al centro è pienissimo di gente, soprattutto di bambini: comperiamo per loro un sacchettone di frittelle, ma non sono mai abbastanza; vedo però che la maggior parte di loro tende a condividere, chi con il fratello, chi con l’amico, con le loro mani sporchissime spezzano a metà la frittella e la mangiano in due. Già le loro mani sporche, nessuno qui ama molto lavarsi, sono pienissimi di terra rossa dappertutto, a piedi scalzi con i calcagni induriti…

Arriviamo alla sera sfiniti ma decisamente contenti di aver avuto modo di partecipare ad una festa così bella e piena. Grazie a tutte le suore, sono state bravissime, instancabili….sono sfinite ma ci regalano un ultimo sorriso. Buona notte Kpatchilé, è l’ultima notte qui. Una stellata meravigliosa ci accompagna nelle nostre stanze.

 


15 gennaio

Oggi giornata prevalentemente di viaggio, ritorno da Kpatchilé a Tchébébe. Molti i chilometri da fare, strada per la gran parte in terra rossa, piena di buche, sotto il sole cocente in 6 in auto perché dobbiamo accompagnare una suora a Kara. Nel pomeriggio verso le 16.00 arriviamo a casa di Padre Silvano, un prete missionario dal 2005 in Togo (prima era in Costa d’Avorio). Un grande! Avevo già avuto qualche contatto con lui via e-mail ma ero desiderosa di conoscerlo di persona. Vive in un posto bellissimo, sembra un’oasi, accanto alla “sua” Chiesa. Coltiva un bellissimo orticello, ci ho trovato perfino il basilico! Fantastico!

Ha preparato per noi il suo mitico budino e delle crepes con la marmellata (rigorosamente fatta da lui)…tutto buonissimo! Ci mostra la Chiesa dove all’interno ci sono parecchie sculture in legno molto belle…purtroppo il tempo a nostra disposizione è poco. Un saluto, una foto di gruppo… Arrivederci alla prossima… Arriviamo a Tchébébé quando è oramai sera…quando scende il buio in Africa è buio davvero, diventa anche abbastanza pericoloso guidare. Siamo stanchi morti, una cena veloce, una doccia (gelida) e tutti a letto. Notte.

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16 gennaio

Oggi giornata tranquilla, niente auto. Mi alzo prestissimo, non sono riuscita a dormire per niente ero troppo stanca! Vado a messa…il parroco non c’è, invitano Suor Rita a celebrare. Non mi era mai successo prima di sentire la messa (chiaramente solo la liturgia della parola) celebrata da una suora. Dopo la messa colazione tutti insieme (nel frattempo si sono svegliati anche gli altri). Andiamo con Suor Rita in mezzo ai villaggi per recuperare dei bidoni all’interno dei quali c’è una sorta di pasta derivata dallo scarto della lavorazione del miglio. Con questa verranno fatte delle palline e messe a seccare al sole. Ne ricaveranno una specie di mangime per nutrire i conigli. E’ una bella esperienza perché entriamo proprio dentro i villaggi e quasi dentro le loro case. Africa vera, Africa povera!

Andiamo poi a visitare le suore dell’Immacolata Concezione: ci offrono da bere e da mangiare, ci mostrano il pozzo che Nicola ha costruito qualche tempo fa. Più tardi andiamo con Suor Rebecca in un villaggio dove insegna ad alcune donne a lavorare una pasta per farla diventare sapone liquido. A questa pasta aggiungono acqua, piano piano mescolando continuamente per ore finché la pasta si addensa, si monta e da una piccola quantità ottengono una bacinella colma di sapone, aggiungono i conservanti, il profumo e il colorante (oggi lo hanno fatto blu). Resterà a riposo per una settimana, e lunedì prossimo (peccato noi non ci saremo per vedere) lo metteranno all’interno di bottiglie di plastica destinate alla vendita. Mi spiega Suor Rebecca che è un modo per cercare di far fare un lavoro alle donne, un lavoro che non sia nell’ambito domestico, per contribuire alle entrate familiari.

Nel pomeriggio ci viene a trovare Padre Emmanuel e ci parla del progetto della scuola, obbiettivo della Mile Onlus per il 2012. Ci racconta che ora i ragazzi studiano sotto a delle capanne ma che diventa molto difficile quando piove. Speriamo davvero di riuscire a realizzare il suo sogno! Passiamo il pomeriggio con lui chiacchierando in italiano: è stato per due volte in Italia ed ha imparato l’italiano (devo dire molto bene e molto in fretta perché, mi ha detto, non c’era nessuno che parlava con lui in francese). Nel tardo pomeriggio, dopo la riparazione della ruota bucata della sua moto, riparte…un saluto, una preghiera…Buon viaggio! Domani ultimo giorno a Tchébébe…il tempo vola…una settimana è poca!

 


17 gennaio

Oggi è l’ultimo giorno qui a Tchébébe, giornata tranquilla, siamo rimasti fermi a casa per fare delle piccole manutenzioni. Nel frattempo però al mattino usciamo in macchina con Suor Rita, ci porta a visitare l’ospedale di Sotouboua: c’è davvero da augurarsi di non stare mai male qui! Non trovo le parole per descrivere quello che vedo, non ho il coraggio nemmeno di scattare delle foto. Entriamo nella sala rianimazione, o meglio entra Suor Rita ed io vengo bloccata sulla porta mi dicono che è meglio che io non entri se non voglio stare male: una donna sta soffrendo tantissimo, ci racconta Suor Rita poi, dopo aver parlato con il medico, che ha un ascesso in bocca ma l’infezione dopo diverso tempo (si è recata all’ospedale dopo svariati giorni) è in tutto il corpo, c’è bisogno dell’antibiotico ma forse nemmeno quello oramai è sufficiente, è troppo tardi! Alla sera una telefonata a Suor Rita la avvisa che la donna è morta! E’ incredibile, morire per un ascesso!!!

Proseguiamo con la visita alla scuola materna…ancora scombussolati per ciò che abbiamo appena lasciato, per fortuna la vista dei bambini ci fa cambiare umore. Stanno mangiando, sono tutti composti, seduti a tavola, in ordine. Chiaramente quando ci vedono si animano un po’, le maestra faticano a tenerli in ordine, a far loro finire il pranzo….ripongono tutti la loro ciotola dentro una bacinella e poi si fa un po’ di festa: qualche gioco, il solletico, qualche canzoncina e soprattutto le caramelle….Emozione grande, immensa!!!

Nel pomeriggio andiamo a vedere il mercato…Un miscuglio di colori, odori, tantissima gente tutta ammassata sotto il sole cocente. Vendono di tutto, anche quello che noi scartiamo, quello che per noi è rifiuto: bottiglie di plastica, lattine, vestiti vecchi. Nel tardo pomeriggio un po’ di riposo, domani ci attende una giornata massacrante che avrà inizio alle sei di domani mattina e finirà alle 10.30 del giorno dopo. E’ quasi finita, mi prende un momento di tristezza, di malinconia: da un lato sono stanca, vorrei tornare a casa mia, ma dall’altro mi rendo conto che il tempo è passato troppo in fretta. Alla sera, dopo cena, le suore ci fanno una danza di ringraziamento e saluto che mi fa commuovere fino alle lacrime….sento davvero che è finita!

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18 gennaio

Viaggio verso Lomé…a metà del nostro percorso, verso tarda mattinata ci fermiamo a visitare l’orfanatrofio gestito da Suor Elisabetta..lei non c’è, è in Italia ed io non riesco a conoscerla…peccato… Emozioni forti che prendono dentro nel vedere tantissimi bambini che urlano “papà Nicolà”. Ci vengono incontro, ci abbracciano, ci saltano letteralmente addosso, vogliono giocare con noi, cantare, gridare. In una stanza a lato ci sono alcuni bambini appena nati, piccolissimi. Vengono seguiti da alcune mamme, bravissime…

Dopo un pranzo veloce al sacco riprendiamo la nostra strada per Lomé. Nel pomeriggio Suor Rita ci porta in città, visita al mercato e ultimi acquisti prima della partenza. Vediamo anche il mare….che diversità di paesaggi da quelli che abbiamo appena lasciato…compreso il caos, la confusione e il traffico della città. Doccia, cena veloce e poi via verso l’aeroporto. Passiamo i controlli, qualche intoppo per i presepi che portiamo in valigia ma tutto si risolve in fretta. E’ davvero finita….stanchi ma felici!!!!

 




Stringo nel cuore le mille emozioni che ho vissuto: abbiamo cercato di portare in Togo uno spiraglio di gioia, qualche giornata diversa, qualche attimo di dolcezza, qualche vestito in più…poco, niente rispetto a quello che è tonato indietro, a quello che è stato dato a noi. Ci è stato insegnato molto, soprattutto a livello di rapporti umani, di condivisione. Vivono nel nulla, vivono di nulla ma sono sereni, sono sempre sorridenti! Li stringo tutti in un grande abbraccio, soprattutto i bambini. Sono certa che li porterò dentro per sempre! Un grazie speciale a Suor Rita che ci ha accompagnato in questa settimana di spostamenti. Non ha mai dato cenni di cedimento, è una roccia! Ammiro la sua serenità profonda, data forse dalla certezza di aver fatto la scelta di vita giusta, dal coraggio di aver risposto “sì” alla chiamata di Dio. Sono felice di averla conosciuta, orgogliosa di aver trascorso con lei del tempo, anche se poco! Grazie ai miei compagni di viaggio, Marcello, Michele, Nicola, grazie per essermi stati sempre accanto, per aver sopportato la mia stanchezza e a volte i miei silenzi, grazie per avermi fatta sentire protetta, parte del gruppo, per avermi accolta a braccia aperte!

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Di seguito tutte le altre foto scattate durante l'ultimo viaggio in Togo.

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